8. Oktober 2021
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Un momento di riflessione sui percorsi e sulle strade ancora da compiere, sui processi di discriminazione (diretta e indiretta) ancora in atto, sul diritto all’autodeterminazione delle persone con disabilità che non devono essere oggetto di interventi decisi da altri, ma soggetti di cambiamento che con la loro partecipazione competente producono innovazione.
Questo è stato il convegno organizzato a Torino dalla ONLUS Abilitando, che ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Antonello Magaletti, Apple Distinguished Educator e Apple Professional Learning Specialist.
L'entrata in vigore della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 (ratificata dal nostro Paese nel 2009), costituisce il risultato di un percorso di riflessione della comunità scientifica internazionale, delle associazioni di persone con disabilità, degli organismi internazionali come l’OMS e più in generale dalle Nazioni Unite, durato decenni e culminato con l’elaborazione del modello bio-psico-sociale, secondo il quale la disabilità è riconosciuta come la conseguenza dell'interazione dell'individuo con un ambiente che non soddisfa le differenze e i limiti di quell'individuo o che impedisce la sua partecipazione alla società.
La Convenzione ricorda come per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.
Si riconosce quindi la disabilità come una questione relativa alla sfera dei diritti umani, tutelati e promossi fin dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 (esplicitamente richiamata nel preambolo della Convenzione).
La Convenzione, quindi, non riconosce ‘nuovi’ diritti: i diritti delle persone con disabilità non sono altro che i diritti umani colti nella condizione della disabilità, per la prima volta stabiliti in modo completo in uno strumento internazionale vincolante per gli Stati che, a loro volta, devono proteggere e promuovere tali diritti anche attraverso azioni di sensibilizzazione e accrescimento della consapevolezza.
Il grande pregio della Convenzione è di porre al centro la persona e di sottolineare come la disabilità non ne esaurisca l’identità e non si sovrapponga ad essa. Da questo deriva il particolare accento alla volontà di eliminare ogni forma di discriminazione intesa come “qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo”.
Per la Convenzione le condizioni sociali, legali, economiche, politiche e ambientali che fungono da ostacoli al pieno esercizio dei diritti da parte delle persone con disabilità devono essere identificate e superate.
Il che significa che gli Stati non devono solo fornire servizi relativi alla disabilità, ma anche adottare misure per cambiare culture, atteggiamenti e comportamenti che stigmatizzano ed emarginano le persone con disabilità, mettere in atto politiche, leggi e programmi che rimuovano le barriere e garantiscano l'esercizio dei diritti civili, culturali, economici, politici e sociali da parte delle persone con disabilità e programmi di sensibilizzazione e sostegno sociale per cambiare il modo in cui la società opera e per eliminare le barriere che impediscono alle persone con disabilità di partecipare pienamente alla vita della stessa.
La Convenzione elenca, tra i propri 50 articoli, i diritti da assicurare sulla base di principi generali che pongono sullo stesso piano, perché intimamente interconnessi: l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa, il rispetto della dignità intrinseca e dell’autonomia individuale, il principio della non discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società, l’accessibilità.
Proprio l'accessibilità è stato uno dei temi affrontati nel corso del suo intervento dal prof. Antonello Magaletti, il quale ha posto l'accento sulla necessità di mettere le persone con disabilità nelle condizioni di poter usufruire di strumenti tecnologici che abbiano funzioni integrate in grado di adattarsi a ogni esigenza. Emblematici i dati illustrati da Magaletti durante il convegno di Abilitando, che mostrano come ancora oggi, nel mondo della scuola, la distanza tra la realtà quotidiana e gli obiettivi a cui si vuole tendere in fatto di accessibilità, sia ancora notevole. Occorre, dunque, lavorare molto per avere una scuola davvero inclusiva, che renda gli studenti realmente protagonisti attraverso strumenti compensativi e dispensativi.
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